Ultimamente mi è capitato che mi chiedessero quale fosse il senso di avere un sito, o un blog, in particolare nel caso in cui si fosse già presenti sui social, talvolta anche con canale di vendita già incluso, tramite store su Amazon o attraverso i social stessi.

La questione nasce da quello che è un errore piuttosto comune, ovvero pensare che una strategia di comunicazione sui social media sia sufficiente a raggiungere i propri clienti e a centrare gli obiettivi di business; ma non è così e oggi vorrei spiegare il perché.

La domanda frequente infatti è: non bastano i social?

Risposta rapida: no.

La risposta un po’ più precisa è decisamente più lunga. Ho trovato una metafora che mi pare abbastanza chiara per illustrare questo concetto: possiamo immaginare i social come un albergo nel quale le aziende ricevono i clienti, ma in realtà è il sito ad essere la loro casa. L’albergo può essere utile come cassa di risonanza per tenere una conferenza stampa, o fare promozione, ma se non abbiamo una nostra casa difficilmente saremo convincenti e credibili.

Avere un sito sviluppato con GoDaddy, Wix, Weeby o altri servizi similari non è molto diverso dall’avere solo una vetrina su Facebook o Google Plus. Realizzare un sito su queste piattaforme comunica che non si crede abbastanza nella propria attività; inoltre rischia di sparire, anche per settimane o mesi, ogni volta che i motori di ricerca aggiornano i loro algoritmi. Questo tipo di servizi per realizzare siti web impone infatti le proprie regole e i propri vincoli che cambiano con frequenza, tra cui limiti sul numero di contatti, cessione di diritti di quanto caricato, blocco di funzionalità precedentemente proposte, ecc…

Soprattutto un’informazione importante: con un sito sviluppato su queste piattaforme non sarete proprietari dei vostri contenuti.

I marketplace non sono statici: se nell’antichità essere presenti a Roma o nelle Fiandre significava essere a contatto con i propri potenziali clienti, oggi si rischia di investire per la propria presenza su un marketplace che domani potrebbe essere deserto quanto Second Life.

Nel web nessuno può conoscerci realmente se non parliamo noi di qualcosa. È possibile che ci conoscano, ma magari la voce che sentono non è la nostra (potrebbe essere quella di un concorrente o di un cliente insoddisfatto). Descrivere la nostra offerta ci permette di diversificarla e di renderla accessibile da chiunque. Curare un blog significa avere contenuti sempre aggiornati e ha tra le dirette conseguenze quella di migliorare l’indicizzazione sui motori di ricerca, aumentando la visibilità del nostro brand.

Le persone sono abituate a cercare prodotti e servizi (ovvero soluzioni ai propri problemi) sul web prima che in negozio. Grazie a un sito dell’azienda avranno una descrizione del prodotto ottimale e dettagliata tra tutti quelli proposti. Se invece capitassero su un canale social potrebbero trovare il prodotto confuso tra quelli della concorrenza, immerso tra recensioni negative, ecc… Questo ragionamento vale sempre perché anche quando trattiamo in ambito B2B chi cerca è una persona. Avere un sito permette quindi di crearsi una credibilità sul web attraverso la diffusione delle competenze acquisite dal punto di vista professionale.

Il blog (interno o esterno al sito, comunque collegato)

Credo che l’ideazione di un blog sia uno degli strumenti più importanti, e spesso sottovalutati, per cercare di trasmettere ai propri utenti un’immagine dettagliata di quello che siamo e di cosa offriamo, permettendo allo stesso tempo di avere il sito costantemente aggiornato. È dunque fondamentale riflettere su quanto sia importante creare dei contenuti accattivanti e unici per raggiungere determinati obiettivi.

Ogni azienda dovrebbe investire nella progettazione di un blog: si tratta di uno degli strumenti che, se ben organizzato, può portare maggiori vantaggi. Quello che colpisce maggiormente le persone è l’immagine, ma quello che le persone cercano, e che colpisce i motori di ricerca, è il testo. Per questo la scrittura dei contenuti non deve essere sottovalutata, visto rappresenta la chiave per il successo di un blog e, quindi, di una specifica azienda. Ogni pubblicazione di notizia ha le potenzialità di creare un forte engagement tra l’azienda e l’utenza. Gli obietivi possono essere molto diversi tra loro: la descrizione di ciò che viene fatto permette di dare all’azienda un volto più umano e quindi più vicino ai clienti, soprattutto quando l’interazione con questi è efficace; trattare argomenti interessanti per il target permette di essere trovati dai potenziali clienti, perché questi cercano la soluzione ad un proprio problema, molto più frequentemente che un prodotto specifico…

Il sito dovrebbe essere l’hub della presenza on line, il punto di raccolta di tutti i social e del blog aziendale. Si tratta di uno strumento da affiancare a una strategia di comunicazione sui canali social, ma che non può in alcun modo essere sostituito da quest’ultima.

In particolare, un sito progettato per la vendita dovrebbe avere diverse landing page, ottimizzate in base ai canali di arrivo (social, DEM, vetrine su store …). Personalmente trovo molto funzionale incorporare nel sito contributi provenienti dalle piattaforme social anche per una questione di economia: questo permette di avere aggiornamenti più frequenti al sito e una maggior integrazione e coerenza.

Per tutto ciò che riguarda la redazione di un piano editoriale e la scrittura dei contenuti è necessario affidarsi a professionisti del digitale. In questo modo, attraverso un’attenta pianificazione e una buona dose di creatività, i prodotti potranno essere riconosciuti e l’immagine dell’azienda consolidata. Il rischio, nel caso contrario, è quello di affidarlo a qualcuno che se ne occuperà nei ritagli di tempo.

Per saperne di più sull’argomento contattatemi o visitate il sito www.villa-consulting.net

Originariamente postato su LinkedIn Pulse.

Immagine in CC0 da www.splitshire.com

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